Voucher, no alle crociate in difesa dei buoni lavoro
Sottolinea che l’abolizione dei voucher è solo un primo passo. E che solo con la conversione in legge del decreto del Governo la campagna sui referendum potrà dirsi conclusa. «Nella consapevolezza – aggiunge – che il vero obiettivo della Cgil è la Carta dei diritti universali del lavoro: una legge organica non soltanto su voucher e appalti, ma che rinnovi e rafforzi lo Statuto dei lavoratori, adeguandolo a un mercato del lavoro radicalmente trasformato». Il segretario regionale della Cgil Villiam Pezzetta torna così sul tema referendum, anche per rispondere alla reiterate critiche all’abolizione dei voucher espresse da diversi esponenti del mondo imprenditoriale regionale. «Critiche che avevamo messo in conto – precisa – mentre ci ha sorpreso la discesa in campo contro il decreto del Governo a opera del vicepresidente della Regione. Dalla seconda carica della Regione ci saremmo aspettati un atteggiamento più equilibrato, ma evidentemente ha prevalso la tentazione di assecondare l’umore della platea in cui l’assessore si è trovato a parlare».
Il numero uno della Cgil regionale chiede più coerenza: «Se da un lato – dichiara – possiamo comprendere i timori di chi teme che l’abolizione dei voucher possa aprire un vuoto legislativo e impedire la regolarizzazione di alcune forme di lavoro, come quello agricolo e nell’ambito dell’assistenza familiare, non accettiamo crociate pro-voucher da parte di chi solo adesso, dopo il decreto del Governo, riconosce che lo strumento era abusato, mentre prima taceva di fronte all’abuso che se n’è fatto in alcuni settori come il commercio, l’artigianato e la piccola industria. Ignorando, o fingendo di ignorare, come questo non costituisse soltanto una forma di precarizzazione spinta del lavoro, ma anche di concorrenza sleale verso le imprese virtuose. E’ evidente a tutti, del resto, che solo la campagna referendaria della Cgil ha consentito di porre fine a una crescita esponenziale del ricorso ai voucher, culminata nel 2016 con 134 milioni di buoni lavoro venduti a livello nazionale e 6 milioni in Fvg».