Welfare e migranti, sospendere l’iter della legge
L’estensione del fronte politico e sociale che si oppone alle nuove norme in materia di accesso al welfare rappresenta un segnale chiaro, che la maggioranza regionale farebbe bene a non sottovalutare. Esiste invece la chiara sensazione che tutte le voci critiche, e sono tante, vengano trattate con insofferenza.
Io penso che sul grande tema dei diritti dei migranti e dell’accesso al welfare la discussione non possa esaurirsi in Consiglio regionale e per di più condotta a marce forzate. Anche perché l’ossessiva ricerca di elementi di discriminazione nei confronti dei migranti finisce per prendere in ostaggio tutti i lavoratori che giungono nella nostra regione, in palese violazione dell’articolo 3 della Costituzione.
La maggioranza che governa
Chiedo perciò al Presidente della Regione una pausa di riflessione, per dare voce alla società civile e arrivare a una legge che punti all’integrazione e non alla discriminazione. I lavoratori migranti non possono essere infatti cittadini di serie B: devono essere cittadini e basta, sostenuti nei diritti e vincolati ai doveri che derivano dalla Costituzione.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg