Dalla sanità alle case di riposo: dall’assessore solo tagli e slogan

All’insegna dello slogan “basta con i modelli vecchi”, l’assessore Riccardi continua a proporre tagli e riduzioni di servizi del sistema socio-sanitario. L’ultima narrazione riguarda i “nuovi modelli di rete ospedaliera”. Rifacendosi alla legge Fasola, la 13 del 1995, l’assessore insiste sulla necessità di razionalizzare il sistema, ricordando come, secondo quella riforma, gli ospedali di rete dovessero garantire un’offerta minima di 250 posti letto e si dovesse arrivare a riconversioni o chiusure di quelli con meno di 120 posti, a eccezione di quelli specializzati. Ma è ovvio che lo scenario è totalmente modificato rispetto a 30 anni fa, dai tassi di ospedalizzazione al fabbisogno di posti letto per acuti, oggi soltanto 4mila, a fronte degli 8.365 del 1995 e ai 6.743 indicati come obiettivo dalla legge.
L’assessore finge di ignorare che nel frattempo è stato emanato il Decreto ministeriale 70 del 2015, una norma fondamentale nel definire  gli standard quantitativi, qualitativi, strutturali e tecnologici dell’assistenza ospedaliera in Italia, completamente diversi e aggiornati rispetto alla legge regionale 13. Le chiusure e i ridimensionamenti proposti da Riccardi sono basati quindi su modelli organizzativi del tutto obsoleti e ben superati dalla normativa nazionale e regionale. Anche nel Piano Oncologico dell’assessore, del resto, vengono fissati standard di volumi che spesso non hanno riscontro nelle normative e nella letteratura scientifica, oltre a rilevazioni, accorpamenti e divisioni che sanno molto di geopolitica.
Nel piano dell’assessore gli ospedali di San Daniele, Palmanova e Gorizia potranno fare solo attività programmata. Cosa significa? Che non potranno ricoverare persone che arrivano dal pronto soccorso e che necessitano di interventi di urgenza? E che il pronto soccorso, seguendo questa ipotesi, sarà ridimensionato e dovrà spostare tutte le urgenze su altri ospedali? Va ricordato che, solo per la chirurgia, gli interventi di urgenza sono attualmente 687 a San Daniele, 461 a Gorizia, 50 a Palmanova. Di fatto il piano prevede la riduzione dal 20 al 30% dell’attività di questi reparti, il che, unito alla concentrazione degli interventi di oncologia, è indubbiamente il preludio della chiusura.
Si chiude la degenza della pediatria di San Vito mantenendo solo il day-hospital. Di Spilimbergo si dice che sarà dedicato a geriatria-lungodegenza e riabilitazione, ma contemporaneamente si apre un ospedale parallelo regalato al privato con tanto di gara d’appalto. Nulla, poi, si dice sulla privatizzazione di Latisana. E intanto si privatizzano servizi essenziali come le radiologie, la Guardia Medica e i Pronto Soccorso.
In sostanza massima confusione e una solo certezza: tagli, tagli, tagli. Questo è il nuovo modello di sanità di Riccardi sugli ospedali pubblici della nostra regione. Silenzio assordante intanto, a parte qualche slogan, sui servizi territoriali e di prossimità, quando sarebbe invece doverosa una seria eanalitica programmazione generale del complessivo sistema di salute, tenendo conto della rete ospedaliera, delle strutture intermedie e del necessario forte rilancio dell’organizzazione territoriale basata sui Distretti come momento di regia dei percorsi di salute integrati, multidisciplinari e multiprofessionali, anche in sinergia con i Servizi sociali dei Comuni. Slegata dal contesto complessivo anche la facile dichiarazione dell’assessore sulla necessità di aumentare i posti letto nelle Case di riposo. L’aumento della popolazione anziana e insufficiente andrebbe gestita infatti con una  pianificazione a 360 gradi di strumenti di home care quali alternative all’istituzionalizzazione come il sostegno alle famiglie, il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata sanitaria e sociale, la costruzione di modelli innovativi (gruppi appartamento protetti), le agevolazioni per la frequenza di centri diurni e altre soluzioni che consentano di mantenere la massima dignità e autonomia possibile alle persone anziane.
Michele Piga, segretario generale Cgil Fvg