Guerra, energia, inflazione: lavoratori e pensionati alle corde
I salari e le pensioni minacciati dall’inflazione, l’occupazione, il lavoro precario, la sicurezza. I rapporti con il Governo e la Giunta regionale. E naturalmente la guerra, quella vera, la cui durata tiene in scatto e angoscia ogni giorno di più imprese e lavoratori, complicando o addirittura compromettendo prospettive di ripresa che devono fare i conti con il caro energia, le strette della supply chain e anche con lo spettro mai scomparso della delocalizzazione. Quella delocalizzazione che sta già presentando il conto a imprese come la Flex di Trieste o la Dm Elektron di Buja. Tanti temi, anche se incrociati tra loro, e tantissimi i delegati della Cgil, oltre 350, che si sono ritrovati questa mattina a Zugliano (Udine), per il primo attivo regionale in presenza dopo oltre due anni di incontri solo a distanza.
Aperta da un commosso omaggio a don Pierluigi Di Piazza, in quel centro Balducci che l’instancabile impegno del suo fondatore ha trasformato in uno dei più importanti poli regionali di accoglienza agli immigrati, l’assemblea «rappresenta per la Cgil Fvg l’occasione per rilanciare nelle fabbriche e nel territorio – ha spiegato il segretario generale Villiam Pezzetta – le ragioni al centro della nostra mobilitazione». Mobilitazione che culminerà in un manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 18 giugno, a sostegno della continuità dei tavoli su fisco, occupazione, lavoro, politiche industriali e welfare. «Con i livelli attuali di inflazione – ha detto Pezzetta nella sua relazione d’apertura – i 200 euro di bonus sono importanti, ma non risolvono i problemi che le persone devono affrontare. Al Governo chiediamo di soluzioni strutturali, anche attraverso lo scostamento di bilancio: la decontribuzione sui redditi fino a circa 25mila euro, l’estensione della quattordicesima per i pensionati, l’indicizzazione della detrazione per lavoro e pensioni, un bonus fiscale per il 2022, legato anche alla restituzione del fiscal drag. Abbiamo chiesto il varo di una riforma fiscale progressiva e redistributiva, diversa da quella in vigore dall’inizio di quest’anno, e uno stop alle forme atipiche di contratto per arginare il precariato».
L’altro grande tema è quello della guerra, con la Cgil che ribadisce il suo fermo no all’aumento delle spese militari. «Ferma restando la condanna senza se e senza ma dell’invasione russa – ha detto Pezzetta – dobbiamo chiederci cosa e come fare per fermare questa guerra, per aprire spazi veri di trattativa e negoziato». Alla pace si guarda non solo in nome del popolo ucraino, ma anche nel crescente allarme per l’impatto del conflitto sulla situazione di lavoratori e imprese. Impatto che ancora non si traduce in un maggiore ricorso alla cassa integrazione, dal momento che a fine aprile risultavano autorizzate in regione 4,4 milioni di ore di Cig e Fis, in calo dell’81% rispetto al 2021, ma che rischia di farsi ogni giorno più pesante. Emblematico il fermo produttivo di Electrolux, le difficiltà di aziende come la Nidec, il crescente numero di aziende costrette a produrre a singhiozzo, come ad esempio la Cga Technologies di Cividale. E se è vero che i dati sul mercato del lavoro parlano di un’occupazione in tenuta, la Cgil guarda con preoccupazione alla crescita del precariato, «con quasi il 90% delle nuove assunzioni che passano attraverso contratti a termine», alla necessità di rilanciare il ruolo della contrattazione collettiva, alla crescita degli infortuni sul lavoro, +12% di casi e 32 morti nel 2021 in regione, al dilagare degli appalti.
Temi, questi, che la Cgil declina anche a livello regionale, sostenendo l’esigenza di legare le misure di sostegno e incentivo alle imprese a criteri e obiettivi misurabili, «anche di crescita occupazionale». Quanto Pnrr regionale, per la Cgil «siamo davanti a una strada lunga e complessa, abbiamo avviato una discussione con la Giunta e ci sarà bisogno che tutti i soggetti in campo facciano la loro parte. Non solo le forze economiche e sociali, ma anche l’associazionismo». Tra le scelte strategiche da affrontare quelle sul potenziamento e il riassetto della sanità regionale, in linea con gli obiettivi strategici del Pnrr. La Cgil, da parte sua, esprime preoccupazione sulla crescita del ricorso al privato come risposta alla crescita delle liste di attesa e rilancia sull’esigenza di un piano straordinario di potenziamento del personale. Temi, questi, toccati anche in un questionario, realizzato con il contributo dell’Ires Fvg, che verrà distribuito su larga scala a delegati e iscritti, lavoratori attivi e pensionati, «con l’obiettivo di conoscere, ascoltare e capire soprattutto come è cambiata la società e soprattutto quelli che rappresentiamo, in questi due anni e passa di pandemia e di grandi stravolgimenti, guerra compresa, e per tarare la nostra azione politica e sindacale sulla base delle priorità poste da coloro che rappresentiamo».