Primo Maggio nel nome della sicurezza
Sicurezza sul lavoro. È il primo tema che Cgil, Cisl e Uil sollevano alla vigilia del Primo Maggio e mettono al centro delle manifestazioni in Friuli Venezia Giulia quest’anno anche alla luce della recrudescenza infortunistica che continuiamo purtroppo a registrare sia a livello nazionale sia in regione. «Solo nei primi due mesi di quest’anno l’Italia ha visto 138 infortuni mortali, il 16% in più rispetto a quelli di gennaio febbraio 2024 – spiega Michele Piga, segretario regionale Cgil Fvg –, e anche il Friuli Venezia Giulia piange già diverse vittime, come il giovanissimo Daniel Tafa, trafitto da due schegge lo scorso 25 marzo a Maniago. Dobbiamo tenere la guardia alta: la sicurezza non è un costo, ma un investimento, e la qualificazione del nostro sistema produttivo».
Il segretario generale Uil Fvg, Matteo Zorn, evidenzia che «il governo sembra aver abdicato sui temi della sicurezza sul lavoro, della precarietà e dell’aumento del costo della vita per le persone. Anche quest’anno registriamo troppi infortuni sul lavoro in Friuli Venezia Giulia, e già tre mortali, in un contesto di occupazione quasi piena. Ma di anno in anno continuiamo a chiedere sempre le stesse cose: più ispettori del lavoro, più controlli a campione, una vera “patente a punti” per le aziende (quella introdotta è inefficace), contratti stabili perché quando si è precari non si viene formati».
Alberto Monticco, segretario generale Cisl Fvg, ribadisce che «l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, che noi intendiamo buon lavoro, dignitoso, sicuro, correttamente retribuito che lasci alla persona la possibilità di realizzarsi e di programmarsi un futuro all’interno del proprio contesto sociale. È il lavoro che unisce e questo Primo Maggio oltre alla salute e sicurezza sul lavoro lo vogliamo pensare come un ponte di pace sul mondo; vogliamo pensare che il lavoro e i suoi protagonisti, i lavoratori appunto, possano veicolare un messaggio di pace e serenità».
Il secondo tema che preme sul mondo del lavoro sulla società in generale è la situazione politica ed economica internazionale. «Più lavoro e più pace, più solidarietà e più comunità per dare alle generazioni future un mondo, e non soltanto un mondo del lavoro, migliore di quello attuale – si augura ancora Monticco- . La destabilizzazione globale sta già avendo ed avrà sempre di più, un forte impatto sul mondo del lavoro e siamo molto preoccupati dinnanzi alle politiche dei dazi che stanno minando le regole del mercato, ma anche inducendo molte aziende a trasferirsi con grande depauperamento della forza lavoro. Credo che dal palco del Primo Maggio sia doveroso un appello al senso di responsabilità di tutti», conclude il segretario Cisl.
«Non vorremmo che i dazi fossero una nuova scusa per i datori per negare e comprimere i diritti del lavoro – ammonisce Zorn –. Pensare di sostenere le imprese che fino ad ora registravano margini crescenti (come turismo e grande distribuzione) mentre i loro lavoratori non ne beneficiavano né dal punto di vista della stabilità e qualità del lavoro, né da quello salariale, è di fatto una compressione del lavoro stesso. Così si premia chi crea condizioni per le quali stiamo perdendo una intera generazione di giovani: non vogliono fare certi lavori, “scappano” all’estero se possono», sottolinea il segretario Uil. Per Piga, «le capacità di generare valore aggiunto e di competere sui mercati internazionali in una congiuntura internazionale difficile come questa, sono legate a doppio filo alla capacità di investire in professionalità, innovazione, qualità del lavoro e dei processi produttivi. Solo avendo ben chiare queste priorità il nostro manifatturiero potrà superare indenne e con buone prospettive di rilancio una congiuntura internazionale sempre più difficile, a maggior ragione per un’economia fortemente votata all’export come la nostra», chiosa il segretario Cgil.
Le manifestazioni, in particolare per la Cgil, saranno anche l’occasione per tornare su battaglie cruciali che vedono impegnato in prima linea il nostro sindacato come quella per la difesa della sanità pubblica, che ad aprile ha portato migliaia di persone in piazza a Trieste, e come la grande sfida dei referendum sul lavoro e sulla cittadinanza dell’8 e del 9 giugno. Il programma in Friuli Venezia Giulia è imperniato come da tradizione sui quattro principali cortei organizzati a livello provinciale. A Trieste il ritrovo è fissato in Campo San Giacomo alle 9 e il comizio in piazza Unità, con Maria Grazia Gabrielli, segretaria confederale della Cgil. Nell’Isontino l’evento principale si terrà a Gradisca d’Isonzo, con il raduno alle 10 al parco di piazza Unità e l’intervento del segretario confederale Cgil Giuseppe Gesmundo. In provincia di Udine l’appuntamento è a Cervignano: raduno alle 10.30 in piazza Indipendenza e comizio conclusivo affidato a Cisl Giorgio Graziani. A Pordenone, infine, il ritrovo è alle 9.30 in piazza Maestri del Lavoro, con partenza del corteo fino a piazza Municipio e conclusione delle segreterie territoriali Cgil, Cisl e Uil.