Sos redditi e lavoro: i sindacati del Fvg manifestano a Milano
Sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati attraverso misure strutturali di riduzione della pressione fiscale. Intervenire per contrastare il precariato, il lavoro povero e la crescita degli infortuni sul lavoro. Stanziare le risorse per il rinnovo di tutti i contratti di lavoro pubblici. Investire per rilanciare sanità e scuola. Avviare il confronto sulla riforma della legge Fornero, per consentire una maggiore flessibilità nell’accesso alla pensione. Sono gli obiettivi della mobilitazione unitaria decisa ad aprile da Cgil, Cisl e Uil e in pieno svolgimento anche in Friuli Venezia Giulia.
Mentre si intensifica il calendario di assemblee nelle fabbriche e nei posti di lavoro, tutto è pronto in vista della seconda manifestazione nazionale indetta dai sindacati confederali nel mese di maggio. Dopo Bologna, domani (sabato 13 maggio) tocca a Milano, scelta come punto di ritrovo per tutte le regioni del nord Italia, Friuli Venezia Giulia compreso. Le adesioni sono cresciute negli scorsi giorni, grazie anche alla fitta campagna di assemblee, per una partecipazione complessiva che il segretario generale della Cgil Villiam Pezzetta stima in almeno 400 persone, tra lavoratori e pensionati, che raggiungeranno Milano prevalentemente in pullman, ma anche in treno e con mezzi propri.
L’approvazione del decreto Primo Maggio, spiega il numero uno della Cgil regionale, «rappresenta una risposta deludente, molto parziale sul fisco e addirittura peggiorativa sul fronte del contrasto alla precarietà». Da qui la decisione di proseguire nella mobilitazione, «senza escludere una sua escalation, secondo modalità che andranno naturalmente discusse dalle nostre segreterie nazionali». La delusione nasce dalla mancanza di interventi strutturali di riduzione della pressione fiscale, dalle misure in materia di voucher e contratti a termine, dall’assenza di risorse sul rinnovo dei contratti pubblici e di qualsiasi intervento sulle pensioni. «Il taglio del cuneo fiscale – dichiara Pezzetta – è garantito solo da luglio a dicembre. Sul 2024 non c’è alcuna garanzia: non è questo l’inizio che ci aspettavamo. E sugli altri punti della nostra piattaforma non ci sono risposte, se non per andare in senso contrario alle nostre richieste, come si fa sui voucher e consentendo di allungare di 12 mesi, senza causali, la durata dei contratti a termine: segno evidente che il Governo ha scelto di incentivare la precarietà, invece di contrastarla».